Quando ho appreso,
colpevolmente in ritardo, la notizia sono rimasta assolutamente stupefatta e non
volevo crederci. Non pensavo che si potesse giungere a tanto e ancora di più ho
sentito il peso della responsabilità che grava su chi non agisce, non si
alza a difendere le idee in cui crede. Darwin fuori dalla scuola! La questione
è di quelle serie, di quelle che dovrebbero occupare la prima pagina di tutti i
giornali che avrebbe dovuto vedere il mondo della scienza italiana e non solo
quello, balzare come un sol uomo ed opporsi, opporsi, opporsi ed ancora opporsi.
E invece, purtroppo, tutto sta passando, di fatto, sotto silenzio. Con la
circolare n. 29 del 5/3/04, il ministro Letizia Moratti ha dato le «Indicazioni
nazionali per i piani di studio personalizzati nella scuola secondaria di primo
grado» dai quali scompare ogni cenno alla teoria dell’evoluzione di Darwin.
Non è stata una svista, né una dimenticanza. Darwin fino alle medie non si
studierà. Per capire le teorie dell''evoluzione sarà necessario aspettare le
superiori. In compenso, grazie a due decreti recentemente approvati
dal Consiglio dei Ministri sulla base dell´accordo del 23 ottobre del 2003 tra
il Ministro dell´Istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana, a spiegare
l''origine dell''uomo resta solo la nuova ora di religione dai cui programmi
spira forte il vento "creazionista". Nato in America
ufficialmente ai primi del 1900 per contrastare la "destabilizzante"
Teoria di Darwin, il "creazionismo", sostiene la credenza
assoluta nell''interpretazione letterale del racconto biblico delle origini
secondo cui il mondo sarebbe stato creato da Dio così com''è, in sei giorni,
circa seimila anni fa; di conseguenza, rifiuta e nega tutti i modelli
scientifici di evoluzione, sia per l''Universo, sia per gli esseri viventi e
l''uomo. Charles D Lewontin, professore ad Harward e profondo conoscitore della
teoria dell’evoluzione così definisce i creazionisti : "I
fondamentalisti della Bibbia, per lo più modesti agricoltori e piccoli
proprietari del Mid-West, percepiscono il razionalismo scientifico come
un’aggressione alle loro convinzioni religiose. Si sentono in lotta contro le
teste d’uovo della Costa Est, contro i potenti del governo federale, che
cercano di schiacciare i piccoli. Per strano che questo possa apparire a un
europeo, l’America è anche fatta di queste comunità religiose populiste e
integraliste". Il creazionismo, quindi, è figlio di un
fondamentalismo cristiano e di una tradizione culturale che ci sono del
tutto estranei. Per anni, i creazionisti hanno cercato di affermare il diritto a
contrastare la scienza, ma sono stati sconfitti. Così, negli ultimi decenni,
stanno tentando di sostituire il vecchio dogma creazionista con la moderna
scienza della Creazione, che cerca di trovare evidenze oggettive a sostegno
della verità biblica. Su un sito creazionista italiano si legge:"La Bibbia
lo dice chiaramente. La Terra e'' al centro dell''Universo. Una massa di
astronomi pigri e cialtroni ci ha imbrogliati per 4 secoli. Fortuna che esiste
anche una "Association for Bobilical Astronomy". Per quanti sono
coinvolti in questa polemica non è in gioco la teoria scientifica,
l''evoluzionismo in questo caso, ma, piuttosto la Bibbia e i valori che
riguardano la famiglia e l’ordine sociale. Un primo tentativo di eliminare le
teorie evoluzionistiche dal sistema scolastico italiano era già avvenuto
l’anno scorso quando Alleanza nazionale ha organizzato nelle
scuole di Milano la settimana antievoluzionista culminata nel
convegno:"Evoluzionismo: una favola per le scuole". Come ebbe modo di
spiegare l''ex parlamentare di An, Pietro Cerullo, «La teoria di Darwin è
funzionale all''egemonia della sinistra. È nata quando in Europa dominava la
cultura del positivismo che è l''anticamera del marxismo». Al di là della
inconsistenza culturale di tali affermazioni, devo confessare che il maldestro
tentativo della destra di accreditare un valore scientifico all’antievoluzionismo/creazionismo
mi sembrò una immensa scempiaggine senza conseguenze. Sbagliavo. Dopo pochi
mesi, l’Università la Sapienza di Roma, il più grande Ateneo italiano, ha
dato asilo, nonostante l’opposizione di un nutrito gruppo di docenti, al
"Dimenticare Darwin"di Giuseppe Sermonti. E siamo ad oggi, dalla
nostra scuola scompare l''evoluzionismo e si accredita la tesi
creazionista che mette da parte l''intero impianto teorico- scientifico
che nel tempo si è costituito a favore della teoria dell’evoluzione ed anche
i contributi fondamentali dell’evoluzionismo alla biologia, alla medicina,
alla genetica, all''epistemologia, alla geologia e in una parola a tutta la
scienza contemporanea. Ancor più sorprendente ci appare tutto questo in
considerazione del fatto che Giovanni Paolo II, in un discorso tenuto nel 1996
di fronte alla Pontificia Accademia delle Scienze, senza cercare un accordo
forzato tra fede e idee evoluzionistiche, riconobbe il valore scientifico degli
studi compiuti dai biologi in materia di evoluzione e l''evoluzionismo come
molto più che una mera ipotesi. In due diverse intervista il Prof. Nicola
Cabibbo, fisco di fama internazionale e Presidente dell’Accademia Pontificia
delle Scienze ha dichiarato che: "Oggi tra gli scienziati cattolici è
chiarissimo che si può benissimo credere nell''evoluzionismo e nella Creazione
(non nel creazionismo). Dire il contrario è come sostenere che la Terra è
piatta o il Sole si muove perché così diceva la Bibbia".. "I
creazionisti americani sono un po'' folli: vorrebbero che si insegni la
creazione come un argomento scientifico in alternativa all''evoluzione” …
"Oggi sappiamo che la storia dell''universo risale a miliardi di anni fa:
la religione deve confrontarsi con questo. E mi sembra che la chiesa abbia fatto
grandi passi in avanti. In un certo senso ha accolto in modo ufficiale le idee
di Galilei, secondo cui «le scritture non dicono come sono fatti
i cieli ma come si va in cielo".
Malgrado, quindi, che la chiesa cattolica abbia accettato la realtà
dell’evoluzione, la pericolosa idea di Darwin fa ancora paura e riesce a
mettere in subbuglio l’anima dei ben pensanti anche nel terzo millennio. Se
negli USA i creazionisti non sono riusciti a fare passare la loro tesi a livello
federale, hanno trovato una forte opposizione del mondo scientifico e hanno
dovuto costruirsi le loro scuole per insegnare le loro follie, in Italia
il Ministro Moratti, senza colpo ferire e nella totale assenza di opposizione,
ha preparato una distribuzione capillare del creazionismo attraverso tutto il
sistema dell’istruzione pubblica.
Scacciare Darwin dalle
nostre scuole significa fare un enorme salto indietro; un danno culturale e
professionale per i nostri studenti le cui conseguenze peseranno per molto tempo
sullo sviluppo culturale e scientifico della nostra società; significa renderci
ridicoli e impresentabili in tutti gli istituti di ricerca del mondo. E non
sembri tutto questo una esagerazione! Come sottolineava
il grande genetista Theodosius Dobzhanski “Nulla ha senso in biologia se non
è visto sub specie evolutionis”.
E poi come si conciliano queste scelte del Ministro Moratti con la stipula
di accordi internazionali con Harward e con il MIT e con la volontà di aprire
nuovi megagalattici Istituti di Ricerca?
Da quando esiste la scienza
della vita, i grandi successi nelle conoscenze nel campo della bio-medicina,
trovano una loro plausibile e “logica” spiegazione all’interno della
teoria di Darwin e sempre nuovi studi non fanno che confermarne la validità.
Naturalmente, “... la teoria dell’evoluzione così come certe teorie
cosmologiche, come in fondo quasi tutte le teorie scientifiche non sarà
mai verificabile in tutti i suoi singoli aspetti…Per il momento la teoria
dell’evoluzione biologica è viva e vegeta e permette di prevedere e di
spiegare sempre nuovi fenomeni” (Edoardo Boncinelli, Il Posto della Scienza,
2004). Essere qui a “difendere” l’evoluzionismo mi fa sentire addirittura
a disagio, mi pare anacronistico dal momento che ho sempre
considerato la Teoria di Darwin un bene acquisito, ormai parte integrante del
nostro patrimonio culturale. Evidentemente non è così. Eliminare la
teoria dell’evoluzione è cancellare la memoria e il tempo. E’ cancellare il
quadro di riferimento generale nel quale si riconosce una parte importante della
storia del pensiero occidentale. Depennare Darwin dal bagaglio di
conoscenze di una studente italiano non è un problema di lana caprina, interno
al mondo della scienza; né tanto meno un erudito dibattito tra esperti sul
rapporto tra scienza e religione. E’ un problema politico. Infatti, è nelle
“fondamenta condivise” di un sistema formativo che un paese
offre le sue peculiarità che si vorrebbero ispirate ai principi della
democrazia e della tolleranza come anche ad un pensiero logico
razionale comunque fortemente argomentato. Sullo zoccolo duro di una comune
educazione, erogata in modo non confessionale da uno stato laico e basata sul
rispetto dell’altro e della sua libertà, possono crescere e svilupparsi varie
fedi, varie idee e diversi modi di pensare. Ma se il compito di formare i nuovi
cittadini è affidato esclusivamente alla/e confessione/i non ci potrà essere
un patrimonio comune. Il multi-culturalismo si trasformerà rapidamente, in
multibigottismo, anticamera del multifanatismo. Si alzeranno barriere
ideologiche verso altre comunità religiose, verso coloro che non la
pensano allo stesso modo, verso coloro che sono in qualsiasi modo“diversi”.
La paura partorirà l’odio. Non possiamo permetterlo. La comunità
scientifica ha l’obbligo morale ed intellettuale di contrastare tesi pseudo
scientifiche a sostegno di visioni politiche oscurantiste e liberticide, quando
questo non è avvenuto è stata sempre una immane tragedia.
*professore ordinario di
Biologia applicata, Università del Sannio
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